Criptovalute: come si possono dichiarare?

In un periodo in cui il valore delle cripto-valute sta aumentando a dismisura grazie al fenomeno denominato Halving, un fenomeno che si ripete ogni 4 anni circa, dove l’offerta di Bitcoin viene diminuita, alimentando il rialzo del prezzo, sono sempre maggiori le domande dei contribuenti riguardo a come poter dichiarare le proprie plusvalenze derivanti da questo investimento.

Proprio per questo l’Agenzia delle Entrate, ha ritenuto doveroso esprimersi riguardo alla richiesta, comunicando che le cripto-valute devono essere assimilate alle valute estere, anche ai fini della relativa tassazione, ma a riguardo si è dovuto considerare che la valuta estera è da ritenerla tale solo se ha una legame con un territorio e ciò non accade con le valute virtuali, dato che sono ancora valute giovani e i paesi non ne hanno ancora una da considerare propria per il calcolo della tassazione.

Dunque, è possibile poterla ritenere, ai fini della tassazione Irpef, come una plusvalenza derivante da uno strumento finanziario estero, con riferimento alla tassazione dei redditi diversi ex articolo 67, comma 1, lettera c-quinquies), del Tuir.

Per essere più chiari e concreti, la plusvalenza ottenuta dall’investimento in cripto-valuta dovrà essere esposta nel quadro RW e tassa al 26%, in quanto ritenuto investimento all’estero o attività estere di natura finanziaria suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia.

Fonte: Redazione

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