Torna 18APP


Anche i ragazzi del 2003 conquistano i 500 euro del 18APP da spendere in consumi culturali entro il 28.03.2023. Per gli esercenti è un booster da 200 milioni all’anno.
Il D.M. Beni culturali 20.12.2021, n. 244 è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore il 17.03.2022. Il decreto modifica il regolamento 177/2019 e ha l’effetto di estendere il bonus cultura, 18APP, a favore dei giovani che hanno compiuto 18 anni nel corso del 2021. In pratica l’intera classe 2003. Sono così 6 le classi di età che si sono avvicendate nell’utilizzo dello strumento.

Il bonus spetta, ora, a tutti i ragazzi nati nel 2003 e residenti in Italia, compresi quelli privi di cittadinanza purché con regolare permesso di soggiorno.
Il bonus a disposizione dei giovani maggiorenni ammonta a € 500 e può essere speso per un ampio numero di servizi culturali quali cinema, musica, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera. Anche quest’anno il bonus è esteso agli abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale e, per la prima volta, anche ai periodici cartacei o digitali.

Quest’anno la registrazione sarà possibile, oltre che con SPID, anche con la CIE, carta di identità elettronica.
La registrazione, anche per i nuovi esercenti, va effettuata a partire dal 17.03 ed entro il 31.08.2022 mentre il buono potrà essere speso entro il 28.02.2023. La precedente registrazione, per gli esercenti già censiti dal sistema 18APP, continua a valere.

La prima edizione del contributo aveva visto l’assegnazione di circa il 6% degli importi stanziati, un vero flop. Progressivamente la conoscenza dello strumento e i meccanismi applicativi sono migliorati consentendo l’accesso a consumi culturali per oltre 2 milioni di ragazzi con incremento di fatturato cumulato per il settore culturale di oltre 926 milioni di euro (ultimi dati disponibili), ossia quasi 200 all’anno.
Nonostante il pessimismo diffuso sulla qualità dei consumi culturali, le statistiche dimostrano che il grosso della spesa è stato destinato all’acquisto di libri (circa 83%). Speciali analisi suggerirebbero di prolungare la durata dei buoni cultura perché si dimostra la concentrazione della spesa negli ultimi giorni. Inoltre, le analisi consultate evidenziano alcune anomalie, concentrate in poche Province, in relazione all’utilizzo di tagli elevati di buoni, alimentando il sospetto che alcuni esercenti consentano la conversione in denaro del buono (vietata ovviamente).

Per gli esercenti la gestione del 18APP può rappresentare una nicchia interessante. Il sistema consente l’estrazione dei dati mensili utili a predisporre una speciale fattura da inviare ad una PEC del MIBACT. La fattura è emessa in formato elettronico secondo il tracciato stabilito per la fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione. La speciale fattura conterrà tutti i codici utilizzati dai ragazzi presso un determinato punto vendita.
La specialità della fattura elettronica è spiegata nelle linee guida sulla fatturazione. Il documento chiarisce che nonostante il nome “fattura”, i documenti emessi per il rimborso dei buoni non hanno rilevanza ai fini fiscali e non concorrono alla produzione di reddito. La fiscalità dovuta è regolata all’atto della compravendita tra esercente e cliente, con l’emissione dello scontrino, della ricevuta fiscale o della fattura intestata all’acquirente. Quindi la fattura in questione non va registrata, mentre l’Iva sulla transazione si pagherà registrando il corrispettivo al momento del consumo.
Anche i ragazzi del 2003 conquistano i 500 euro del 18APP da spendere in consumi culturali entro il 28.03.2023. Per gli esercenti è un booster da 200 milioni all’anno.