Colf e badanti: evasi 2,7 miliardi di euro
A causa della diffusa irregolarità di lavoro in ambito domestico, ogni anno ammonta a quasi 2,7 miliardi il mancato gettito, tra evasione contributiva e fiscale; la parte più rilevante è rappresentata dagli oneri contributivi non pagati all’Inps , pari a circa 1,6 miliardi di contributi che le famiglie italiane avrebbero dovuto versare per un’assunzione regolare del collaboratore domestico. Ma il danno economico per le casse statali è ancora maggiore. A queste cifre si somma la fuga dalle tasse. Con la mancata o parziale dichiarazione dei redditi dei lavoratori in nero, l’Erario perde un altro miliardo, considerando anche che la base imponibile non dichiarata al Fisco è di circa 8,8 miliardi.
Numeri impietosi che emergono dalla fotografia scattata nello studio «Il costo nascosto del lavoro domestico», promosso da Assindatcolf (Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico) e realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con una ricerca condotta su oltre 1.500 professionisti che assistono famiglie e collaboratori domestici nella gestione del rapporto di lavoro per ridurre il contenzioso.
Nello studio diffuso, il primo elemento che balza agli occhi è relativo alla diffusione del lavoro irregolare che rappresenta quasi sei occupati su dieci nel settore: gli irregolari sono 1 milione e 121mila – il 58,7% degli occupati nel settore (1 milione e 910mila) -, pari al 37,8% del totale dell’occupazione irregolare dipendente in Italia.
Dunque, se l’intero settore emergesse, il tasso di irregolarità del lavoro dipendente in Italia passerebbe dall’attuale 14,5% al 9,9%. Ma questa situazione, oltre a danneggiare i conti pubblici, rappresenta un grosso fattore di incertezza anche per le famiglie che rischiano di arrivare a pagare il 30% in più in caso di controversia con il lavoratore tra sanzioni, mediazioni e versamento di quanto indebitamente non erogato. E non si tratta di un rischio astratto, se si considera che l’indagine condotta sui Consulenti del lavoro mette in luce che ogni anno su 100 rapporti di lavoro, circa 2 danno origine a controversie che, nella maggior parte dei casi, nascono dal mancato riconoscimento delle ore lavorate – per un lavoro parzialmente (68,4%) o del tutto irregolare (45,2%)- causando una spesa aggiuntiva annua per le famiglie intorno ai 55 milioni di euro. Non solo. A maggio 2022, l’indagine svolta tra gli associati ad Assindatcolf, ha evidenziato che circa 2 famiglie su 10 (18,6%) hanno avuto discussioni e incomprensioni legate al rapporto di lavoro, che avrebbero portato nel 9,6% dei casi a una controversia o accordo economico con il lavoratore. Il 13,3% ha detto di non riuscire a regolarizzare completamente la situazione lavorativa del collaboratore per volontà di quest’ultimo. Ma se ad essere occupato in nero fosse un assistente familiare straniero senza regolare permesso di soggiorno, alle sanzioni rilevanti (5 mila euro), si aggiungerebbero responsabilità significative sotto il profilo penale.
Fonte: Redazione TFDC
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