Aumenta il credito d’imposta su 4.0

Cresce dal 20 al 50% il credito di imposta sugli investimenti in beni immateriali 4.0 effettuati nell’anno 2022. Lo stabilisce l’articolo 20 della bozza del decreto aiuti approvato dal Governo. La misura potenziata si estende agli acquisti del primo semestre 2023, qualora prenotati entro la fine del corrente anno.

Il decreto-legge aiuti, che non è ancora stato pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale», modifica il quadro delle misure agevolative per gli investimenti con caratteristiche Industria 4.0. Dopo l’intervento operato dall’articolo 10 del Dl 4/2022, che ha alzato a 50 milioni il limite agevolabile per gli investimenti in beni materiali effettuati nel triennio 2023-2025 con obiettivi di transizione ecologica, viene potenziato l’incentivo per i beni immateriali che rientrano nelle caratteristiche indicate dall’allegato B) alla legge 232/2016.

L’attuale norma (comma 1058 della legge 178/2020) stabilisce per tali beni immateriali un credito di imposta pari al 20% del costo sostenuto, fino a un tetto di 1 milione, nel periodo compreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 dicembre 2023, con coda al 30 giugno 2024 in presenza di “prenotazioni” (ordine confermato e acconto pagato non inferiore al 20%) entro fine 2023. L’articolo 20 del decreto Aiuti ritaglia, all’interno di questo arco temporale triennale, un sottoperiodo, corrispondente al solo 2022 (con coda al primo semestre 20223 per prenotazioni entro la fine del corrente anno) nel quale il tax credit è portato al 50% del costo, fermo restando però il tetto di 1 milione di spesa agevolabile. Tetto che, a questo punto, potrebbe costituire il vero limite all’incentivo dato che va a coprire un periodo di oltre tre anni, di cui uno (il 2022) super agevolato.

L’agevolazione potenziata al 50% riguarda anche gli investimenti già effettuati prima della entrata in vigore della norma, purché a partire dal 1° gennaio 2022. A tal fine, è irrilevante che l’ordine al fornitore sia stato fatto nel 2021, essendo invece sufficiente che la cessione del bene immateriale, con la relativa consegna e il passaggio della proprietà, sia avvenuta nell’anno attualmente in corso.

Anche se la norma non lo specifica espressamente, dovrebbero rientrare nell’incremento di aliquota anche le spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo dei beni immateriali 4.0 mediante soluzioni di “cloud computing”, come indicato nel comma 1058.

Resta invece immutato il quadro delle agevolazioni per i software 4.0 acquisti negli anni successivi al 2022. Nel 2023 (coda al primo semestre 2024) il tax credit è come detto del 20 per cento. Nel 2024 (coda al primo semestre 2025) scende al 15% (con 1 milione di plafond dispesa, distinto da quello del triennio precedente) per collocarsi al 10% nel 2025 (coda al primo semestre 2026), con un ulteriore milione di plafond.

Per i beni materiali 4.0 (allegato A alla legge 232/2016), gli incentivi sono quelli disciplinati, da ultimo, dal decreto milleproroghe 228/2021 e dal Dl 4/2022. Per gli investimenti effettuati nell’intero anno 2022 (come stabilito dall’articolo 3-quater del Dl 228/2021), qualora “prenotati” a fine 2021, valgono i crediti nella misura più elevata, pari al 50% (scaglione 2,5 milioni), al 30% (tra 2,5 e 10 milioni) e al 10% (tra 10 e 20 milioni). Gli scaglioni coprono anche investimenti effettuati nel 2021 e negli ultimi 45 giorni del 2020. Le aliquote scendono a 40%-20%-10% (distintamente per i tre scaglioni) nell’anno 2022 (senza “prenotazione” nel 2021) e nella coda del primo semestre 2023. Per gli investimenti effettuati nel triennio 2023-2024-2025 (oltre che nella coda temporale del primo semestre 2026, in presenza di “prenotazioni” entro fine 2025) il credito di imposta scende ulteriormente, nei tre scaglioni già richiamati, al 20%-10%-5 per cento. Il Dl 4/2022, come sopra ricordato, ha previsto una ulteriore percentuale del 5% per gli acquisti oltre 10 milioni e fino a 50 milioni per beni compresi nel Pnrr aventi obiettivi di transizione ecologica.

Fonte: Redazione TFDC

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